Violenza sulle donne, un fenomeno che va arginato con educazione e prevenzione
Il 25 novembre si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Il Gruppo Mantova Salus è molto sensibile a questo tema, basti ricordare che presso il Pronto Soccorso di Castiglione delle Stiviere è attivo, già da molti anni, il “Percorso rosa bianca”, dedicato alle donne vittime di violenza, dichiarata o presunta. Si tratta di un luogo riservato, che consente il mantenimento della privacy, con una stanza riservata, attrezzata e confortevole, che se la donna o le sue condizioni lo richiedono, ha un contatto diretto con le Forze dell’Ordine (nella foto qui accanto).
Per capire ed analizzare il fenomeno della violenza sulle donne, abbiamo fatto alcune domande alla Dott.ssa Enza Moratti, che oltre ad essere direttrice della Residenza San Pietro (GMS), è la presidente di Soroptimist International – sede di Castiglione delle Stiviere, che organizzerà il 25/11 la 7° Camminata della non violenza, con partenza da p.zzle Olimpo, alle ore 14.30.
Dott.ssa Moratti, può tracciare un profilo del carnefice o della vittima di violenza?
Al di là di quello che si pensa, il fenomeno della violenza sulle donne è quanto mai democratico e non ha distinzioni di classe sociale, etnia, cultura ed età. Nella mia esperienza ho ricevuto le richieste di aiuto di donne giovanissime, di mogli con matrimoni durati decenni, di extracomunitarie in situazioni di disagio e di italiane provenienti da famiglie molto abbienti.
Ad oggi i femminicidi nel nostro Paese nel 2023 hanno superato i 100. Cosa si può fare per ridurre questa tragedia?
La migliore via sono educazione e prevenzione. Bisogna iniziare dalla prima infanzia, insegnando sia ai maschi che alle femmine che, al di là della biologia, non ci devono essere distinzioni di genere nel comportamento. I bambini imparano per assimilazione, quindi la scuola e le famiglie devono riuscire ad assumere un comportamento virtuoso. Inoltre, prestare particolare attenzione ai segnali. Senza ovviamente creare il “mostro”, occorre vigilare sui comportamenti dei bambini e delle bambine, percepire il disagio e capire da cosa nasce.
Altra cosa importante, che riguarda invece i più adulti: se un uomo fa violenza una volta la rifarà. Se inizia con le violenze psicologiche, è probabile che passerà a quelle fisiche. Non bisogna avere vergogna a denunciare.
Quindi per un violento non c’è possibilità di riabilitazione?
Esistono dei percorsi riabilitativi, per chi non riesce a controllarsi. Ma funzionano solo quando è l’uomo a convincersi di avere un problema e vuole affrontarlo.