Defibrillatore sottocutaneo: come un “casco” salvavita
Meno invasivo, meno limitante fisicamente e con minori probabilità di complicanze dovute alla rottura degli elettro cateteri. Il defibrillatore sottocutaneo offre alcuni vantaggi che lo rendono maggiormente idoneo ai pazienti giovani senza cardiopatie strutturali, ma con patologie cardiache ben delineate, come ad esempio la Sindrome di Brugada: “Si tratta di un dispositivo relativamente recente – spiega il responsabile del servizio di cardiologia dell’ospedale San Pellegrino, Gianluigi D’Alessandro – il cui utilizzo è stato ampiamente validato e standardizzato. Ha dei vantaggi evidenti per quanto riguarda il minor impatto nello stile di vita del paziente, perché l’inserimento nella tasca sottocutanea sotto ascellare consente maggior libertà di movimento, permettendo ad esempio di praticare sport. Inoltre, essendo privo dei cateteri (i fili nel cuore), evita le eventuali complicanze dovute alle infezioni all’innesto o al loro logoramento. Il defibrillatore non interviene sempre, ma solo in caso di aritmie ventricolari potenzialmente mortali. E’ come indossare il casco mentre si va in moto, magari non cadremo mai, ma in caso di caduta ci salva la vita. La scelta del paziente per l’impianto di questo dispositivo è importante, è indicato soprattutto nei giovani adulti, ma non se presentano cardiopatie strutturali.”.